domenica 24 maggio 2015

I NATURALISTI

I NATURALISTI

Nella pòleis del V secolo a.C. ad Atene, gli intellettuali e i filosofi elaborarono una nuova immagine del mondo naturale ed umano. 
I filosofi della natura si confrontarono con gli sviluppi dei saperi, come ad esempio l'astronomia, che hanno come principio i fenomeni naturali. 
Per quanto riguarda la teoria, cercarono di superare i principi di Parmenide nei confronti delle dottrine che affermano la realtà del divenire. 
Il compito dei filosofi naturalisti o pluralisti è quello di  porre nella realtà una pluralità di elementi eterni e immutabili, riducendo così il divenire alla mescolanza e scomposizione di quegli elementi originari.
L'indagine dei naturalisti è rivolta allo studio del mondo sociale ed umano. Esprimono anche l'autonomia e il valore dell'individuo. 
Acquista un'importanza elevata il lògos, cioè la formazione di una nuova capacità di argomentare e confrontarsi davanti al pubblico con efficacia persuasiva. 
La sofistica dunque accelera il passaggio a un nuovo concetto di 'sapienza' puntato sulle tecniche, organizza una vera e propria enciclopedia dei saperi e propone un nuovo concetto di aretè.

              I FENOMENI

Empedocle, Anassagora e Democrito evitavano di attribuire ad un unico principio le caratteristiche dell'essere. 
  • Loro affermano che l'essere è costituito da una pluralità di elementi
  • la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco per Empedocle 
  • le omeomerie, o particelle qualitative per Anassagora. 
  • gli atomi per Democrito. 

venerdì 22 maggio 2015

DEMOCRITO

DEMOCRITO


Il tentativo di superare la negazione di Parmenide al divenire trova un esito coerente e organico con l'atomismo, tale dottrina viene elaborata da Democrito di Abdera (ca. 460 A.C. - ca.360 A.C.).
Secondo Democrito la realtà è costituita da infinite particelle invisibili, gli atomi, che si muovono nel vuoto. 
Le particelle atomiche rappresentano l'essere, 
il vuoto rappresenta il non essere.
Secondo Democrito si può giungere a questa conclusione solo attraverso la ragione e non la conoscenza sensibile.

ATOMO
L'atomo è la più piccola particella della materia, quella che persiste in quanto non la si può dividere.
Per Democrito gli atomi sono infiniti di numero e hanno la stessa natura qualitativa, essi sono eterni e immutabili (come l'essere parmenideo).
Gli atomi si differenziano tra di loro per la forma, la grandezza, l'ordine e la posizione.
Gli atomi si muovono nel vuoto, dal loro movimento deriva la possibilità che si che si incontrino e producano aggregati, che, poi, si disgregheranno.
Secondo Democrito anche gli dei e l'anima sono composti da atomi.
Nella teoria di Democrito convivono il materialismo (l'idea che tutto nella realtà sia composto di parti materiali) e il meccanicismo, ossia la riduzione di ogni fenomeno ad una pura casualità.

TECHNAI E LINGUAGGIO

  • A Democrito si attribuiscono l'abbozzo di una teoria del progresso e di una teoria dell'evoluzione, fondate sul riconoscimento del valore delle tèchnai.
  • Il linguaggio è di convenzione cioè di un accordo all'interno di ciascuna comunità umana.

UN'ETICA SAGGEZZA
Secondo Democrito l'azione morale deve andare oltre il contesto della polis.
Per avere una buona condotta bisogna conquistare la saggezza, cioè una forma stabile di equilibrio,di moderazione e controllo dei propri atti.
Democrito affermava che l'uomo è l'unico responsabile dei propri atti.

giovedì 21 maggio 2015

PLATONE

PLATONE

Platone nasce ad Atene intorno al 428 a.C. Costui fu un esponente del regime oligarchico dei Trenta Tiranni. Rimase deluso dal secondo regime, sia per la condanna a morte di Socrate, sia per la responsabilità della sconfitta di Atene. 
L'insegnamento di Socrate costituisce il costante punto di riferimento della filosofia di Platone. 
L'ALLEGORIA DELLA CAVERNA
L'allegoria della caverna descrive l'ascesa dal mondo dell'apparenza al mondo dell'essere e costituisce una rappresentazione della condizione umana e dei compiti del filosofo, il quale si lega all'insegnamento di Socrate. Essa rappresenta lo scopo fondamentale della filosofia platonica: portare a fine l'opera del maestro e liberare l'uomo dalla "schiavitù" dell'opinione altrui e acquisire capacità proprie di pensiero. 

CRITICA AL RELATIVISMO SOFISTICO
Platone critica inoltre il relativismo sofistico, in particolare:
  • nega che la conoscenza possa avere il suo fondamento nella sensazione. 
  • ritiene necessario andare oltre la ricerca socratica.
  • i principi della stabilità e dell'universalità devono essere uguali per tutti. 
L'IDEA
L'idea è una realtà che esiste al di fuori della mente, conoscibile solo dalla ragione e non dalla sensibilità. Il mondo delle idee (chiamato anche Iperuranio)  è trascendente rispetto alla realtà sensibile. Esiste una classifica o categoria di idee che le distingue in;
  • idee valori (bello, giusto, buono..)
  • idee matematiche (rombo, quadrato, triangolo..)
  • idee delle cose artificiali e naturali (letto, albero, casa, fiume..)
Platone interpreta il rapporto del mondo dell'esperienza con quello delle idee sia come partecipazione, ovvero metessi e come imitazione, ovvero mimesi. 
La contemplazione delle idee è il compito dell'anima, principio immateriali e immortale. In essa, abbiamo un'immensa verità, che possiamo recuperare ricordando.
Abbiamo diverse argomentazioni platoniche che appoggiano l'immortalità dell'anima:
  • l'argomento dei contrari
  • l'argomento della reminiscenza
  • l'argomento del composto e del semplice
  • l'argomento della partecipazione
LO STATO IDEALE
Lo Stato è armonia di tre classi fondamentali: i filosofi, i guerrieri e i produttori. Ognuna di esse ha un compito ben preciso e sono caratterizzate da una virtù precisa; la sapienza, il coraggio e la temperanza. 
Il governo spetta ai filosofi e sia per loro che per i guerrieri venne progettata la comunanza dei beni, delle donne e dei figli, necessaria per combattere l'egoismo. 
Anche alle donne venne viene riconosciuto il diritto a governare lo Stato poichè per natura l'uomo è uguale alla donna e quest'ultima può svolgere tutte le funzioni sociali e politiche che svolge un uomo. 
IL DEMIURGO
In un'opera di Platone, chiamata il "Timeo", descrive l'origine dell'universo attraverso una favola verosimile del Demiurgo, che plasma l'universo fisico guardando al mondo delle idee come modello. Le strutture della natura sono matematico-geometriche. 
LE OPERE
Possediamo oggi 36 opere di Platone. Di questi scritti, 34 hanno la forma di un dialogo. 
Socrate è il protagonista di quasi tutti i dialoghi platonici, tranne l'ultimo. Platone non compare mai come personaggio, ma solo come "autore" delle sue opere scritte.  Le opere di Platone sono suddivise in base ai suoi periodi di vita:
  • scritti socratici o giovanili; Critone, Ione, Eutifrone, Liside, Carmide, Lachete, Alcibiade primo, Alcibiade secondo, Ippia minore, Ippia maggiore, Protagora, Gorgia, Eutidemo, Cratilo, Menesseno.
  • scritti della maturità; Menone, Repubblica, Fedone, Simposio, Fedro. 
  • scritti della vecchiaia o "dialettici"; Teeteto, Parmenide, Sofista, Politico, Filebo, Timeo, Crizia, Leggi, Lettere (13). 

lunedì 18 maggio 2015

I SOFISTI; PROTAGORA E GORGIA

I SOFISTI


I Sofisti apparivano come nuove figure di intellettuali a partire dalla metà del V secolo, nelle colonie e nelle pòleis della Grecia. Si trovarono nel periodo di scontro tra democratici e aristocratici.
 METODO DI INSEGNAMENTO
  • Professori itineranti
  • Essi offrirono a pagamento un insegnamento privato 
  • Incontrarono però grande successo tra giovani e adulti di famiglie abbienti, desiderosi di acquistare competenze e capacità per poter entrare a fra parte del contesto cittadino. 


Ai sofisti si riconosce il merito di aver fornito un contributo alla rivoluzione educativa e culturale che ha trasformato la società ateniese nel V secolo a.C.
Respinsero l'idea tradizionale secondo cui la virtù costituisce un privilegio della nobiltà. La virtù può essere appresa e di conseguenza tutti possono apprenderla. Di conseguenza essi potevano insegnare la virtù. Alcuni sofisti propongono l'utile come criterio fondamentale della condotta individuale e collettiva; in tal modo, il valore degli atti compiuti è sancito dalle loro conseguenze pratiche.


        PROTAGORA

Protagora nasce nel 486 a.C ad Abdera e soggiorna più volte ad Atene. Tra i sofisti è colui che più decisamente inscrive l'impegno educativo nel quadro della pòlis, coniugando il valore dell'individuo con quello della collettività. 

 LA VERITA'
Egli doveva rappresentare il sostenitore delle idee più innovative, infatti per Protagora una verità oggettiva per tutti non c'era perchè "l'uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono". Il mondo è per l'uomo come meglio lo percepisce. 

L'ESPERIENZA
La conoscenza ha il suo fondamento sull'esperienza dell'uomo, cioè nel fluire delle sue sensazioni. 

VIRTU' POLITICA
Per Protagora l'aretè  è identificabile con la virtù politica, con il possesso delle tecniche che sono indispensabili per partecipare alla vita della pòlis. Chi ha appreso la technè politica è in grado di dar forza e rendere più persuasivo un discorso. 


GORGIA 

Gorgia nacque a Lentini, in Sicilia, nel 485 a.C. Nel 427 giunse ad Atene e vi tornerà più volte. Vi sono numerose opere di Gorgia ma la più importante è L'ENCOMIO DI ELENA. 
Gorgia sviluppa i temi della retorica, dell'analisi del linguaggio e della critica alla cultura tradizionale. Per Gorgia la parola ha un grande potere e riesce a condizionare i comportamenti degli individui influendo sulla comunità. Ecco perché sono le emozioni a spingere gli uomini ad agire anche contro le leggi. Perciò si può affermare che la parola ha un potere incantatore. 
Gorgia critica il concetto parmenideo sull'essere affermando così; 
  • il nulla è
  • se anche l'essere fosse, non sarebbe conoscibile
  • se pure fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile

venerdì 15 maggio 2015

ANASSAGORA


ANASSAGORA


Anassagora nasce a Clazomene nel 496 A.C., nell'Asia Minore ionica. Dal 462 al 432 A.C. vive ad Atene chiamato da Pericle. Fu Anassagora a portare ad Atene la filosofia, che prima di allora si era sviluppata nelle colonie greche.
A causa della sua amicizia con Pericle viene condannato e costretto a fuggire in Asia Minore, dove muore intorno al 428 A.C.

ANASSAGORA VS EMPEDOCLE
Anassagora come Empedocle cerca di conciliare essere e divenire. Contrariamente ad Empedocle però egli condurrà degli studi e delle ricerche in molteplici campi, sforzandosi sempre di ricondurre tutti i fenomeni osservati a cause naturali.
Anche Anassagora ritiene che il rifiuto parmenideo alla molteplicità e del divenire si possa ovviare con una teoria degli elementi.

SEMI O OMEOMERIE
Per Anassagora tuttavia gli elementi che mescolandosi e dividendosi determinano il nascere di realtà particolari non sono quattro ma infiniti. Tali elementi sono particelle piccolissime di particolari qualità (es. ossa, oro, carne ) e vengono indicate dal filosofo con il termine di "semi" (o "omeomerie"=parti uguali come le definiva Aristotele").
I semi conservano sempre la propria qualità anche se sono suddivisi all'infinito.
Anassagora affermava che:
"tutto è nel tutto"

Dunque tutte le particelle si trovano in ogni cosa, e ciascuna cosa è caratterizzata da una particella che la predomina. Con questa affermazione Anassagora spiega la digestione.

NOU'S
Per Anassagora i processi di mescolanza e separazione delle omeomerie vengono effettuati dal "noùs" un'intelligenza ordinatrice.

TEORIA DELLA CONOSCENZA
Per Anassagora la conoscenza è un  processo basato sull'esperienza.
Gli organi sensoriali ci consentono ci permettono di conoscere le cose non attraverso il simile, ma per mezzo del dissimile (diverso). 
Anassagora distingue tre gradi di conoscenza:
  • esperienza = costituisce solo il primo grado di sapienza;
  • memoria = capacità di conservare i contenuti dell'esperienza;
  • sapienza = conoscenza teorica;
  • tecnica = vertice della conoscenza umana.


giovedì 14 maggio 2015

SOCRATE

SOCRATE



CONTESTO STORICO:
La vicenda umana di Socrate si svolge in un contesto storico segnato dalla crescità della potenza di Atene e del suo conflitto con Sparta.
La crescente potenza ateniese e la politica imperiale messa in atto da Pericle causano la reazione della Lega del Peloponneso che capitanata da Sparta porterà allo scontro tra le due polis nella guerra del Peloponneso, durerà per quasi 30 anni (431 A.C. - 403 A.C.). Lo scontro viene vinto da Sparta.
Dopo la guerra, ad Atene, si apre un periodo di dittatura oligarchica con il "Governo dei trenta tiranni". Dopo una rivolta popolare però ad Atene viene restaurata la democrazia. Proprio sotto tale governo moderato, Socrate viene denunciato, processato e condannato a morte.
 

CARTA DI IDENTITA':

  • NATO A: Atene nel 469 o 470 A.C.
  • PROFESSIONE: scultore, politico, filosofo.
  • ABILITA: "abile in politica e nel filosofare"
VITA DI SOCRATE

Socrate nasce nel 469 o 470 A.C. ad Atene da padre artigiano . Per il primo periodo della sua vita seguirà la carriera del padre poi, dopo aver ricevuto una piccola eredita si occuperà di politica .
Nel 406 A.C. viene sorteggiato come copresidente dell'Assemblea dei Cinquecento, dove nega il proprio voto alla condanna a morte di alcuni generali ateniesi accusati di non aver salvato dei naufraghi. Successivamente si rifiuta di arrestare e mettere a morte un esponente democratico.
Socrate consce alcuni tra i maggiori esponenti di filosofia dell'epoca come : Zenone, Cratilo, Anassagora, Prodico, Protagora e Gorgia. 
Socrate era impegnato in un'incessante ricerca e in un continuo dialogo con i giovani, svolgeva tale attivita nelle vie e nelle piazze della città. Questa ricerca implica un continuo interrogare e interrogarsi sui valori e sui destini di Atene .
Nel 399 A.C. Socrate viene accusato di "corrompere i giovani" e viene condannato a morte. Socrate respinge tutti i tentativi di patteggiamento e affronta la morte con serena dignità, in piena coerenza con la sua vita e le sue idee.
Socrate non lasciò niente di scritto, lo conosciamo solo attraverso testimonianze dirette di Aristofane, Platone e indirette come Aristotele.

                                                           LA FILOSOFIA PER SOCRATE

Per Socrate la filosofia è una scelta di vita.
Con Socrate l'attività filosofica si configura come ricerca aperta e critica capace dimettere in discussione ogni idea e ogni apparente certezza. Si tratta di una ricerca condotta in comune nell'ambito del dialogo.
Il discorso, per Socrate, contrariamente ai sofisti, mira ad una ricerca di una verità oggettiva.
Socrate assume il compito di Filosofo (fondazione dei valori), Politico (orientare la politica verso nuovi valori) e Pedagogo (educare i valori criticamente giustificati) 

METODO SOCRATICO
Per svolgere bene il suo compito, nell'abito del dialogo, egli deve liberare l'interlocutore dalla presunzione del sapere. Par fare ciò si serve dell'ironia : forma di dissimulazione, nella quale il filosofo pone domande al proprio interlocutore fingendosi ignorante, per poi confutare le sue risposte.
Al momento negativo dell'ironia segue quello positivo della maieutica : l'arte di partorire, che il filosofo esercita sulle "anime partorienti".
L'insegnamento socratico non intende trasmettere sapienza. Il metodo socratico serve quindi per ricercare in comune la verità.

COSA E' L'ANIMA?
Secondo Socrate l'anima è un'entità spirituale diversa e contrapposta rispetto all'entità materiale del corpo. In essa si trova la voce della coscienza che fonda un senso di responsabilità morale individuale. La concezione socratica dell'anima ha dato luogo a diverse interpretazioni, che ne hanno delineato il carattere intellettuale e morale o la connotazione religiosa.

SO DI NON SAPERE!
Socrate ritiene che gli uomini che sanno di non sapere sono i più sapienti, mentre coloro che sono fermamente convinti di sapere sono doppiamente ignoranti.
Egli stesso afferma di essere sapiente perchè sa di non sapere!

COSA E' LA VIRTU'?
Per Socrate la virtù è una solo.
Secondo Socrate la virtù è il saper scegliere tra il bene e il male. La virtù pertanto è scegliere il bene. Quando qualcuno sceglie il male lo fa per ignoranza.

IL RAPPORTO CON LA LEGGE
Socrate affermava che il rispetto delle leggi era un primario dovere di ogni cittadino.
Egli accetta la sua condanna perchè (anche se ingiustamente accusato) si ritiene figlio delle leggi della sua città e non può, quindi, non sottrarsi ad esse. Socrate si dichiara pertanto "servo delle leggi".
Per di più in un sistema democratico le leggi sono frutto della nostra volontà e del nostro consenso. Quindi accettarle è doveroso.

EMPEDOCLE

EMPEDOCLE


Empedocle nato ad Agrigento verso il 490 A.C. fu il primo dei cosi detti "fisici pluralisti naturalisti" a tentare la conciliazione fra essere e divenire, fra ragione ed esperienza.


LE QUATTRO RADICI
Empedocle attribuisce i caratteri dell'essere di Parmenide (immutabile, imperituro,ingenerato) alle quattro radici di tutte le cose: l'acqua, l'aria, il fuoco e la terra.
Secondo Empedocle infatti i quattro elementi vengono mescolati o separati per l'azione di due forze cosmiche: l'amore e l'odio. In se non esistono nascita o morte, ma solo mescolanza (nascita) e separazione (morte) di ciò che è mescolato.

DIVENIRE CICLICO
Secondo Empedocle l'amore e l'odio si alternano sul dominio degli elementi, determinando il divenire ciclico.
  • Quando L'AMORE  prevale sull'odio determina l'unione delle quattro radici in un tutto uniforme, una massa sferica nella cui originaria perfezione non si distinguono realtà particolari.
  • Quando L'ODIO impone il proprio dominio si perviene ad una completa disgregazione.
  • Equilibrio tra le forze = Solamente quando si ha una fase intermedia, di equilibrio tra le forze che sorgono le cose e si dispiega la vita.

TEORIA DELLA CONOSCENZA
Empedocle affermava che la realtà viene conosciuta attraverso gli organi di senso, e questo è possibile grazie all'omogeneità costitutiva fra il corpo umano e il mondo che ci circonda.
Secondo Empedocle il simile conosce il simile ovvero la conoscenza si sviluppa quando avviene un incontro tra una qualità presente nelle cose e un'altra identica a quella presente in noi.

PARMENIDE

PARMENIDE


Parmenide fu un poeta e un filosofo che opero ad Atene tra il VI e il V secolo A.C.
Di lui possiamo contare diciannove frammenti di un poema intitolato "Sulla natura".
Parmenide fondò la "scuola eleatica" , è considerato da molti "il padre della metafisica".

"SULLA NATURA"
Di questo scritto ci sono rimasti 154 versi in 19 frammenti, lo si divide convenzionalmente in 4 parti:

  • PRIMA PARTE :Parmenide immagina di essere portato da un cavallo al cospetto della dea Dike (la dea della giustizia);
  • SECONDA PARTE : Parmenide analizza le vie della conoscenza e indica cosa e come dobbiamo conoscere;
  • TERZA PARTE: ONTOLOGIA= discorso intorno ai caratteri dell'essere
  • QUARTA FASE: DOXA= conoscenza sensibile.

ESSERE

Parmenide affermava che:
"l'essere è e non può non essere, il non essere non è e  non può essere"
Si potrebbe quindi dire che: l'essere esclude il non essere perciò è ingenerato, imperituro, immutabile, immobile e soggetto al divenire (cambia).
Solo la ragione (LOGOS) è in grado di cogliere l'essere, non ci si deve fidare dei sensi.
Secondo Parmenide il non essere non si dovrebbe neanche pronunciare, l'essere è finito perchè perfetto ed è simile a una sfera.

DIVENIRE
Il "divenire" o cambiamentoè il passaggio dall'essere al non essere, esso è molteplice, soggetto a trasformazioni e soggetto al nascere e perire.




mercoledì 13 maggio 2015

ZENONE

ZENONE


Zenone fu discepolo di Parmenide, nato ad Elea intorno al 490 a.C. 
Egli si accinse a confutare la realtà della MOLTEPLICITA' e del MUTAMENTO , ammessa dai filosofi della natura, ricorrendo ad un tipo di argomentazione noto come "metodo dialettico". Il metodo dialettico consiste nell'assumere come premessa la tesi che si vuole confutare, mostrando come da essa potrebbero derivare conclusioni assurde. 
Zenone principalmente era contro concetti ben precisi come; 
  • La molteplicità: "se si ammette che le cose sono molte, esse dovrebbero essere tante quante sono, ne di più ne di meno". 
  • Contro il movimento di cui Zenone ha elaborato quattro argomenti; 
  • Dicotomia
  • Paradosso di Achille e la tartaruga
  • "La freccia"
  • Lo stadio

lunedì 11 maggio 2015

ERACLITO

ERACLITO 

Eraclito visse ad Efeso intorno al 535 a.C. 
Fu uno dei maggiori pensatori presocratici. Morì intorno al 475 a.C. 
Egli, rispetto ai filosofi precedenti, non enuncia subito la verità ma l'accenna soltanto. Eraclito era anche definito "oscuro" e secondo costui, la ricerca della verità richiedeva un'atteggiamento diverso rispetto agli altri uomini comuni, i quali si affidavano solo alle APPARENZE. Secondo Eraclito, coloro che credono di essere SVEGLI, dormono e coloro che pur ASCOLTANDO, non capiscono. Quest'ultimi vengono definiti DORMIENTI. 
Eraclito voleva conoscere "l'intima natura delle cose, che vuole nascondersi". Il suo viaggio riesce a cogliere il LOGOS, ovvero la LEGGE NASCOSTA. Per Eraclito la realtà è MUTAMENTO INCESSANTE, un fluire continuo, simile a quello dell acque di un fiume che scorrono sempre diverse per coloro che vi s'immergono. L'affermazione "tutto scorre" sintetizza questo aspetto del pensiero di Eraclito, come filosofo del DIVENIRE. La condizione del divenire è l'opposizione tra contrari; ogni mutamento è infatti passaggio da un contrario all'altro ( ad esempio giovani e vecchi). Ogni contrario si oppone all'altro e si sviluppa da esso. Se non esistesse il freddo, non esisterebbe nemmeno il caldo e viceversa. Vi è infatti un livello profondo di accordo, un'armonia nascosta. 
COMPITO DEL SAPIENTE
  • Ricercare tale armonia, la legge del mondo che lega i contrari; questa legge è il LOGOS. 
  • Il logos per Eraclito è: LEGGE, RAGIONE E DISCORSO. 

PITAGORA

PITAGORA E I PITAGORICI

La teoria di Pitagora si fonda tra SAPIENZA E SCIENZA, dimensione mitilo-religiosa e dimensione scientifica. Fondò una comunità in cui solo i MATEMATICI, seguaci della scuola, ne potevano far parte. mentre gli altri, ovvero gli UDITORI, erano destinati a solo alle pratiche purificatorie. 
Per i Pitagorici l'essenza è il NUMERO. Le cose sono costituite da un numero finito di punti, quindi misurabili. L'aritmetica va a coincidere con la geometria, scienza dei punti dello spazio. L'aritmo- geometria ci permette di svelare la vera realtà. Poichè tutto è NUMERO, anche gli aspetti della vita sono riconducibili ad esso. La MATEMATICA per i Pitagorici ha anche un significato mistico. 
                                         
                                                              NOVITA' 
  • Scoprirono il sistema eliocentrico (il Sole al centro della terra). 
  • L'antiterra, ovvero pianeta sconosciuto non visibile ad occhio nudo. 
  • Numeri pari chiamati anche rettangoli. 
  • Sacra Tetrade in cui contiene tutti i numeri dispari e pari. 
  • Il concetto di PERFEZIONE, formato dai concetti di; molteplice, illimitato, sinistro, femmina, mosso, curvo, tenebre, cattivo e rettangolo. 
  • Il concetto di IMPERFEZIONE ovvero; limitato, dispari, uno, destro, maschio, fermo, dritto, luce, buono e quadrato. 
CATEGORIE 
  • Gli ACUSMATICI- potevano limitarsi ad ascoltare la verità.
  • I MATEMATICI- interagivano, potevano fare domande. 
  • I NOVIZI- seguivano  una serie di pratiche: 
  • Non potevano mangiare fave e carne. 
  • Non potevano raccogliere oggetti da terra.
  • Non potevano tagliare il pane con oggetti metallici.
  • Dovevano fare il preposito della mattina. 

domenica 10 maggio 2015

ARISTOTELE

ARISTOTELE


CONTESTO STORICO:

Aristotele(384-322 A.C.) vive in un periodo di transizione storica, caratterizzata dalla crisi della polis.
Ad approfittare del disordine in Grecia è il REGNO DI MACEDONIA (nord della Grecia), guidato da Filippo (382-336 A.C.) salito al trono nel 359 A.C.
Questo portò ad una divisione delle polis tra FILOMECEDONI e ANTIMACEDONI:
  • FILOMACEDONI  coloro che come Isocrate erano favorevoli all'ascesa di Filippo;
  • ANTIMACEDONI coloro che come Demostene si battono per la difesa e la valorizzazione della polis e delle sue tradizioni politiche ed etico-religiose.
Nel 323 A.C. a Cheronea i macedoni vincono con Filippo, il quale muore nel 336 A.C.
A Filippo succede suo figlio Alessandro con il quale il regno raggiungerà l'apice divenendo Impero.
massima espansione dell'impero sotto la guida di Alessandro Magno.

ARISTOTELE CARTA DI IDENTITA'

  • NATO A: Stagira nel 384 A,C.
  • PROFESSIONE : filosofo, scienziato, logico
  • ABILITA': considerato una delle menti più innovative e importanti della filosofia, stimato come l'emblema dell'uomo sapiente

VITA DI ARISTOTELE

Secondo gli studiosi la vita di Aristotele si può dividere in tre periodi:

Primo periodo

Il primo periodo inizio quando rimasto orfano da piccolo dovette trasferirsi dal suo tutore ad Atarneo (Turchia).
Verso il 367 venne mandato dal suo tutore ad Atene per studiare all'accademia di Platone, dove rimase fino alla morte del suo maestro. Quando Aristotele giunge all'accademia Platone si trova e Siracusa e a reggere l'accademia vi era Eudosso Cnido uno scienziato che influenzò il giovane Aristotele, il quale molti anni dopo parlerà di lui nell'Etica Nicomachea . Per i primi anni di accademia Aristotele studiò matematica per poi passare alla dialettica.

Secondo periodo

Il secondo periodo ha inizio quando nel 327 A.C. Platone muore e a dirigere l'accademia viene chiamato Speusippo. Aristotele però che si riteneva più degno di lui, lascia la scuola insieme a Senocrate. Nello stesso anno Aristotele si trasferisce ad Asso dove fonda la "vera scuola platonica".
Nel 343 A.C viene chiamato alla corte del Re Filippo II  per fare da precettore ad Alesssandro, figlio tredicenne del re. Noi non sappiamo fino a che punto Aristotele abbia influenzato il giovane Alessandro. Aristotele si occupa dell'istruzione di Alessandro per diversi anni fino a quando il 
giovane viene associato dal padre al governo del regno.

Terzo periodo

Il terzo periodo si apre con l'assassinio di Filippo e l'ascesa al trono di Alessandro.
Nel 336 A.C. Aristotele torna ad Atene dove ormai cinquantenne fonda il "liceo" o "peripato". Da quest'ultimo nome deriverà quello di Peripatetici ovvero i discepoli di Aristotele.
Alla morte di Alessandro Magno nel 323 A.C. il filosofo deve fuggire precipitosamente da Atene in quanto il Partito Democratico richiama Demostene dall'esilio che tenta di organizzare la ribellione alla dominazione macedone. Aristotele si reca quindi a Calcide dove muore nel 322 A.C.

SCRITTI ARISTOTELICI


Gli scritti aristotelici si dividono in PERIODO DELLA GIOVINEZZA E PERIODO DELLA MATURITA':
  • PERIODO DELLA GIOVINEZZA: a questo periodo appartengono i seguenti scritti:
  1. GRILLO
  2. SULLE IDEE
  3. SUL BENE
  4. EUDEMO
  5. PROTEPTICO
  6. DE PHILOSOPHIA
  • PERIODO DELLA MATURITA':  di questo periodo sono rimasti solo gli scritti composti per il suo insegnamento nel Peripato, detti libri acroamatici. L'insieme di queste opere può essere ordinato per argomenti:
  1. Logica
  2. Metafisica
  3. Fisica
  4. Sull'anima
  5. Etica
  6. Politica
  7. Retorica
  8. Poietica

ANASSIMENE

ANASSIMENE

Costui fu discepolo di Anassimandro e nacque intorno al 560 e  525 a.C. 
La sua teoria si basava sul principio dell'aria infinita, immensa e sempre in movimento.
Anassimene pare propnga una visione vicina a quella di Talete ( principio materiale). 
Ci sono state due interpretazioni diverse riguardante la sua teroria;
  • un'interpretazione naturalistica in cui l'aria produce le cose attraverso il gioco di due forze contrarie, la rarefazione e la condensazione che agiscono sulla massa gassosa universale. 
  • si ha grazie a questa interpretazione la prima apparizione della concezione del  meccanismo
  • un'interpretazione mitico-religioso che si fonda sull'idea che l'aria sia da intendere come soffio vitale da cui tutto deriva e in cui tutto si dissolve. 

ANASSIMANDRO

ANASSIMANDRO

Anassimandro nacque intorno al 610 a.C 
Secondo costui, il principio o archè non è identificabile nell'acqua o in un altro elemento fisico, ma nell'àperion. Tale termine significa "ciò che non ha limite"  
Anassimandro indica un principio che si rappresenta come;

  • eterna potenza generatrice
  • illimitato, poichè nulla sussiste al di fuori di esso. 
Ogni cosa viene ridotta all'àperion, infatti, ogni natura limitata può derivare solo da ciò che è finito e limitato. 

sabato 9 maggio 2015

TALETE


          TALETE


Talete era definito SOFOS, ovvero sapiente. Egli non si intendeva solo di filosofia ma anche di: astronomia, matematica e politica. Di Talete non ci è rimasto niente, viene descritto solamente da Aristotele nel quattordicesimo libro.
Talete pensava che il principio di tutto fosse l'acqua.
Per i primi filosofi il principio è un elemento materiale per cui tutto si trasforma e ritorna. Il principio non è statico ma è movimento (l'acqua cambia ma rimane sempre la stessa). 
  • Per Talete il principio è dentro tutte le cose;
  • La sua prima argomentazione fu "la terra galleggia sull'acqua.